slide 1

1LOGOscritto1394x550

 

slide 2

2BISscritto1394x550

slide 3

3BISscritto1394x550

slide 4

4scritto1394x550

slide 5

5scritto1394x550

DISTRETTO AD ALTA TECNOLOGIA PER LE COSTRUZIONI SOSTENIBILI

I nostri campi di innovazione

 

 

 

 

 

 

AMBIENTE E INNOVAZIONE: ECCO TREEADS PER GESTIRE L’EMERGENZA DA INCENDI BOSCHIVI
Sorrento, Piano di Sorrento e Massa Lubrense aree di dimostrazione e test per l’innovazione

Nelle giornate del 28 e del 29 ottobre scorso, durante il meeting organizzato dal Comune di Sorrento e coordinato dal Distretto ad Alta Tecnologia per le Costruzioni Sostenibili, Stress Scarl, si sono svolte esercitazioni sul campo che hanno previsto la sperimentazione di alcune soluzioni innovative per gestire l’emergenza da incendi boschivi nell’ambito del progetto europeo TREEADS – A Holistic Fire Management Ecosystem for Prevention, Detection and Restoration of Environmental Disasters, di cui Stress Scarl coordina tutte le iniziative pilota.
Il progetto TREEADS rientra nel filone di attività connesse alla gestione degli effetti dei cambiamenti climatici con focus specifici sulla resilienza del territorio e del patrimonio edilizio.

RASSEGNA STAMPA

ildenaro.it  |  focueitaliaweb.com  |  bluegreeneconomy.it  |  9colonne.it  |  news-express.it  |  sudenord.it  |  terronianmagazine.it


 

 

AMBIENTE, GLI EFFETTI DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI SUL PATRIMONIO EDILIZIO
Villa Matarazzo a Ercolano diventa dimostratore innovativo per preservare edifici storici

Circa un quarto del patrimonio edilizio europeo si fregia del titolo di “storico”. E gli edifici storici rappresentano la nostra storia collettiva e sono parte integrante dell'identità di città e intere comunità in tutto il continente. Ma come difendiamo e preserviamo la loro sopravvivenza?
Le attività di studio, ricerca e innovazione operano anche per dare risposte a queste domande. Il Progetto CALECHE acronimo di “Coherent Acceptable Low Emission Cultural Heritage Efficient Renovation” si propone come “faro di innovazione” nel settore del recupero del patrimonio culturale in chiave sostenibile e resiliente nei confronti dei cambiamenti climatici. Il coordinamento delle attività di dimostrazione italiane è affidato al Distretto ad Alta Tecnologia per le Costruzioni Sostenibili STRESS, in collaborazione al Dipartimento di Architettura dell'Università di Napoli Federico II e la Regione Campania,  e prevede un sito dimostratore in Campania: Villa Matarazzo ad Ercolano, per cui si svilupperà un’ipotesi di riqualificazione e riuso sulla base dei protocolli di progettazione partecipata e circolare del progetto CALECHE. Proprio in vista del dimostratore campano si è tenuta a Napoli il 22 e 23 ottobre 2024, la seconda General Assembly del progetto CALECHE con il coordinamento di STRESS e del Dipartimento di Architettura della Federico II.

RASSEGNA STAMPA

ildenaro.it  |  ilmattino.it  |  focusitaliaweb.it  |  napolivillage.com  |  sudenord.it 


 

 

Il Distretto Tecnologico STRESS in Europa con Built4People

Il 23 settembre 2024 STRESS s.c.ar.l ha firmato il suo Charter in qualità di Built4People Innovation Cluster (B4PIC), durante il terzo Stakeholder Forum organizzato dal partenariato Built4People, presso l'European Convention Centre di Lussemburgo, nell'ambito della Sustainable Places Conference 2024. I primi Cluster Italiani che sono stati ammessi al network sono il Distretto Tecnologico STRESS s.c.ar.l e Clust-ER Build Edilizia e Costruzioni (Emilia Romagna). Il Distretto Tecnologico STRESS s.c.ar.l è l’unico a rappresentare il Mezzogiorno.
Built4People (B4P) è un Partenariato Europeo Co-Programmato nell’ambito di Horizon Europe (Cluster 5), promosso dalla Piattaforma Tecnologica Europea per le Costruzioni (ECTP) e dal Green Building Council (GBC) in collaborazione con la Commissione Europea (CE). I partner co-programmano i finanziamenti dell’UE per la ricerca e l’innovazione per l’ambiente costruito, garantendo che vengano investiti in progetti che supportino una trasformazione sostenibile e incentrata sulle persone del settore delle costruzioni in Europa. Ha una durata di 7 anni, dal 2021 al 2027. Finanzia, con 380 milioni di euro dell’UE, progetti di ricerca sotto l’ombrello B4P, e tra le sue attività prevede la creazione di una rete di Cluster di Innovazione, che opera per mettere in contatto gli innovatori e la più ampia catena del valore a scala europea nel settore costruzioni.

RASSEGNA STAMPA

26 settembre 2024

ildenaro.it  |  ilroma.net  |  focueitaliaweb.com  |  bluegreeneconomy.it  |  adnkronos.com  |  corrieretoscano.it  |  tgabruzzo24.com  |  liberoquotidiano.it  | ilvaporetto.com  |

27 settembre 2024

ilmattino.it  |  sudnotizie.com  |


 

 

IL DISTRETTO STRESS PORTA IL PROGETTO FRONTSH1P AL GREEN MED EXPO & SYMPOSIUM 2024

Convegno "FRONTSH1P: UN NUOVO PARADIGMA DI SVILUPPO TERRITORIALE BASATO SULL’ECONOMIA CIRCOLARE"

13 giugno 2024 | ore 09.00 - 11.15 |  Sala Nisida - Mostra d’Oltremare, Napoli

Dal 12 al 14 giugno 2024 si svolgerà presso la Mostra d’Oltremare di Napoli, il Green Med Expo & Symposium - Stati Generali sull’ambiente in Campania, il più grande evento del Sud Italia dedicato ai temi green e alla circular economy. Un evento di ampio respiro e una vetrina per le eccellenze dei settori waste, water and energy, che daranno vita a tre giorni di incontri, dibattiti, workshop, seminari, premi e divulgazione scientifica sui temi della transizione ecologica ed energetica con un focus sulla gestione dei rifiuti, acqua, energia e mobilità. STRESS parteciperà all’evento con un convegno organizzato nell’ambito del progetto Frontsh1p (Horizon 2020) dal titolo FRONTSH1P: UN NUOVO PARADIGMA DI SVILUPPO TERRITORIALE BASATO SULL’ECONOMIA CIRCOLARE, che si terrà il 13 Giugno 2024, ore 9:00 - 11:15, Sala Nisida, Mostra d’Oltremare, Napoli. Per la partecipazione al convegno è necessaria la registrazione.

Scarica il programma e registrati al convegno

Scarica l'invito valido per i tre giorni di mostra offerto da Stress



 

LA CAMPANIA OSPITA IL BOARD INTERNAZIONALE DI ESPERTI DEL PROGETTO MULTICARE

15 / 16 aprile 2024  |  Napoli

Delegazioni di esperti internazionali, si sono riunite il 15 ed il 16 aprile 2024, presso la sede dell’Acer di Napoli e il complesso di S.Giovanni della Federico II, per il primo meeting semestrale di Multicare, il progetto finanziato dall’UE nell'ambito del programma Horizon Europe, che mira a sviluppare e testare soluzioni tecnologiche altamente innovative, affidabili e sostenibili, per il retrofit energetico e strutturale di edifici esistenti, attraverso l’utilizzo dell’esoscheletro. Le attività dimostrative, coordinate dal Distretto Tecnologico per le Costruzioni Sostenibili Stress, e presentate oggi dall’ing. Carmine Pascale, si svolgeranno ad Acerra e riguarderanno l’efficientamento di un intero edificio del patrimonio edilizio di ACER, attraverso le tecnologie sviluppate nel progetto. «Il dimostratore che utilizziamo per il progetto - afferma il presidente di Stress, Ennio Rubino - è un esempio di innovazione tangibile applicato al settore delle costruzioni che resta sul territorio contribuendo alla sua crescita e valorizzazione. Il lavoro portato avanti con il team di esperti ci consente di migliorare le prestazioni dei singoli edifici e di incrementare la resilienza a scala urbana attraverso tecnologie sostenibili e all'avanguardia che potranno essere applicate su scala molto più ampia con notevoli impatti territoriali. Questa occasione consente, da un lato, di innalzare il livello qualitativo della progettualità nella pubblica amministrazione fornendo accesso immediato e diretto a tecnologie in fase di sviluppo e validazione, e dall’altro di confrontarsi alla pari con altre realtà europee, in un network di buone pratiche di innovazione tecnologica, all’avanguardia da un punto di vista strutturale, architettonico e della sostenibilità edilizia. A questo si aggiunge il valore aggiunto che si stanno ottimizzando fonti di finanziamento aggiuntive rispetto al budget regionale, per contribuire allo sviluppo territoriale complessivo».

RASSEGNA STAMPA

napoli.corriere.it  ildenaro.itnapoli.repubblica.it  |  ilroma.net  |  sudenord.it  |  sudnotizie.com  |  bluegreeneconomy.it  |  napolimagazine.com  |



 

 

CONFERENZA ECTP 2024: L’IDROGENO INCONTRA L’AMBIENTE COSTRUITO GRAZIE AL TASK GROUP H2, COORDINATO DA STRESS S.C.A.R.L. E STAM

05 / 06 marzo 2024  |  Bruxelles

L’ECTP - European Construction Technology Platform, la piattaforma europea dell'innovazione nell'intera catena di valore delle costruzioni, celebra i suoi 20 anni con la decima edizione dell’ECTP Conference (Bruxelles 5-6 marzo 2024) ospitando i principali stakeholder del settore e rappresentanti della Commissione europea, per discutere di come l'industria delle costruzioni dell'UE sia al centro della transizione verde e digitale dell'ambiente costruito.
Nel pomeriggio di ieri, 5 marzo 2024, la conferenza ha ospitato una sessione dal titolo “L'idrogeno e l'ambiente costruito per spianare la strada a un futuro decarbonizzato” dedicata al lavoro svolto dal Task Group Idrogeno, creato nel 2023 all’interno del Built Environment Decarbonisation Committee di ECTP e coordinato da STRESS e STAM. Sono intervenuti per Stress gli ingegneri Angelo Moreno, Carmine Pascale e Nicola Di Giulio.  L’obiettivo della sessione è stato quello di promuovere l'integrazione delle tecnologie dell'idrogeno e delle fonti rinnovabili nell'ambiente costruito e di creare collaborazioni proficue con le Partnership e le iniziative europee (Built4People, Clean Hydrogen Partnership), su temi di ricerca congiunti nei futuri programmi di lavoro in questo ambito multidisciplinare.

RASSEGNA STAMPA

10 luglio 2023

napoli.corriere.it  ildenaro.itilmattino.it  |  ilroma.net  |

Progetto BIM ReCult

 

 

BIM ReCult: il metodo BIM per il recupero del patrimonio culturale

Il progetto BIM ReCulT è incentrato sullo sviluppo di applicativi di BIM authoriting per la creazione ed uso di modelli informativi digitali open BIM dedicati alla gestione degli edifici storici monumentali, integrando ad essi strumenti di fruizione aumentata: es. Augmented Reality (AR) e Virtual Reality (VR), con cui valorizzare gli stessi edifici e facilitarne la gestione, nell’era dell’industria 4.0, sfruttando tecnologie altamente innovative con lo scopo di immergere totalmente gli utenti all’interno dei contenuti del bene monumentale visitato ovvero adottare soluzioni smart con cui facilitare l’utilizzo, la manutenzione e la gestione del bene monumentale.
Il progetto BIM ReCulT si pone l’obiettivo di applicare la metodologia BIM agli edifici monumentali, metodologia definita HBIM, acronimo di Heritage Building Information Modeling , creando una piattaforma appositamente dedicata che supporti tutte le fasi decisionali comprese quelle connesse alla manutenzione, riqualificazione e gestione del bene.
Nel dettaglio, gli applicativi che si intendono sviluppare, abbracciano l’intero processo che porta alla costruzione di un modello HBIM. Partendo dalle fasi conoscitive del bene, ovvero da studi storici con cui risalire alle diverse fasi costruttive, stratigrafie, sovrapposizioni, etc. che caratterizzano la quasi totalità del costruito storico nazionale. Successivamente, campagne di indagini in situ, rilievi geometrici utilizzando strumenti manuali e digitali più o meno avanzati (laser scanner, stazione totale, etc.) unite a indagini localizzate, più o meno invasive, (saggi, ispezioni, termografie, geo-radar, etc.) portano alla costruzione geometrica del modello, che in tale fase contiene solamente dati geospaziali.
Il progetto prevede lo sviluppo di metodologie ad hoc per la gestione digitale e l'interoperabilità delle informazioni dei processi. Saranno sviluppati cioè gli "Information Delivery Manual" (IDM) e i "Model View Definition" (MVD), per la piattaforma, secondo la normativa internazionale ISO 29481.
Dal punto di vista informatico, per la piattaforma digitale dovrà essere studiata una infrastruttura server in grado di gestire i Big Data provenienti da edifici storici monumentali complessi.
Si comporrà così un sistema interoperabile e olistico di raccolta, conservazione e analisi dei dati dell'edificio storico monumentale per la sua gestione nell'intero ciclo di vita.
Il progetto, contestualmente, mira a sviluppare applicativi mediante i quali visualizzare ed interrogare i modelli HBIM, opportunamente caricati su server, attraverso un comune browser (es. Chrome, Firefox, etc.). Tali applicativi consentiranno l’utilizzo da parte di qualsiasi utente, anche i meno esperti, ed inoltre permetteranno di interagire ed interrogare in tempo reale il modello anche con un semplice dispositivo smart (es. tablet). I modelli HBIM, mediante questi applicativi, potranno essere fruiti attraverso strumenti di realtà aumentata per offrire esperienze immersive, utili a sostenere politiche di incentivazione e valorizzazione del settore dei beni culturali.

 

Inizio: Novembre 2018

 

Partners
ACCA Software SpA, ETT SpA, STRESS Scarl

StampaEmail

Progetto Planner

 

 

PLANNER - Piattaforma per la gestione dei rischi naturali in ambienti urbanizzati

Planner - Piattaforma per la gestione dei rischi naturali in ambienti urbanizzati, prevede la prototipazione di una piattaforma SW (Spatial Decision Support System SDSS) basata su tecnologia WEB-GIS, che parte dalla popolazione di data base strutturati quali:

  • le caratteristiche ambientali dell’area studiata (morfologia, geologia,…)
  • le caratteristiche del patrimonio costruito (tipologie costruttive, epoche di costruzione, stato di manutenzione).
  • le caratteristiche del contesto socio economico.

L’idea progettuale consiste nel realizzare uno strumento di supporto alle decisioni che consenta di mappare il livello di vulnerabilità rispetto ai rischi di tipo ambientale ( hazard sismico, idrogeologico, cambiamenti climatici) è fornire un kit completo di strumenti interoperabili, tecnologie e metodologie di lavoro correlate, finalizzato a supportare i pianificatori urbani e le pubbliche amministrazioni nella valutazione, gestione e mitigazione tempestive, attraverso misure di miglioramento della resilienza.

L’obiettivo del progetto è quello di realizzare uno strumento informatico che consenta di far confluire tutti i livelli informativi in un sistema di supporto decisionale dinamico (SDSS), basato sulle caratteristiche geo-spaziali dell’ambiente urbano oggetto dell’analisi, funzionali all’implementazione dei seguenti moduli:

  • Azioni a lungo termine DSS" (livello di preparazione strategica) in grado di identificare, valutare e stabilire le priorità, per ogni specifico rischio e contesto .
  • Azioni a breve termine DSS, in grado di assistere nelle decisioni relative alle azioni da attuare in tempi brevi (livello di allerta precoce e gestione delle emergenze).

Il raggiungimento degli obiettivi del progetto fa leva su tecnologie e strumenti innovativi, quali l’utilizzo di dati telerilevati da satellite e la loro elaborazione. Le applicazioni dei dati satellitari sono svariate e tutte di grande importanza, come il monitoraggio e la gestione del territorio; la valutazione di impatto ambientale, la lotta all’abusivismo edilizio e al crimine ambientale; le previsioni e il controllo delle catastrofi grazie alla valutazione di rischi come incendi, alluvioni; il controllo di faglie e anomalie, dei movimenti tettonici, instabilità dei pendii; lo studio dell’idrologia e delle risorse idriche; l’aggiornamento della cartografia e della topografia; il monitoraggio di sostanze inquinanti; il monitoraggio dell'atmosfera, dei mari.

 

Inizio: Novembre 2018

 

Partners
ETT S.p.A., GeneGIS S.r.l., STRESS Scarl

StampaEmail

Progetto Cherie

 

 

Cherie - Ambiente interoperabile per il patrimonio culturale

 

Il progetto Cherie - Ambiente interoperabile per il patrimonio culturale, mira mira a concepire, impostare e costruire una “piattaforma abilitante” per la conoscenza, la gestione, il restauro, la riqualificazione la messa in sicurezza e la valorizzazione del Patrimonio culturale, che consenta un passaggio da un approccio segmentato, in cui gli attori coinvolti sono concentrati sui propri processi interni ed interagiscono faticosamente tra loro, ad un approccio orizzontale, un ecosistema digitale dei beni culturali che riconnetta tutti gli attori coinvolti nel processo, abilitando lo scambio di informazioni attraverso le tecnologie di modellazione elettronica.
La piattaforma abilitante fornirà un set di servizi innovativi di tipo:

  • trasversale, in cui verranno implementati i meccanismi di base per abilitare l’erogazione dei servizi di livello superiore garantendo la sicurezza e l’affidabilità dei dati, l’interoperabilità delle funzioni e l’accessibilità dei servizi;
  • verticale, in cui verranno implementate funzionalità a supporto di specifici ambiti.

Agendo come collettore di tutti gli attori che lavorano a vario titolo nel settore dei beni culturali, la piattaforma sarà in grado di garantire l’integrazione dei dati, l’allineamento in tempo reale e l’interoperabilità evoluta tra i diversi attori pubblici e privati nel rispetto degli standard di settore. In questo modo la piattaforma si pone anche l’obiettivo di salvaguardare gli spazi di azione critica, ai vari livelli, evitando automatismi deresponsabilizzanti e, infine, anche antieconomici.
La piattaforma sarà sperimentata su due monumenti dimostratori, Museo di Capodimonte a Napoli e Villa Reale di Monza.

 

Partners

Università degli Studi Suor Orsola Benincasa, Politecnico di Milano, Università degli Studi di Napoli Federico II, Università degli Studi di Roma "La Sapienza", Università degli Studi di Genova, Stress S.c.ar.l.

 

cherie.cloud

StampaEmail

Progetto Circe

 

 

CIRCE - seCondary raw materIals foR a cirCular Economy in buildings

Il progetto CIRCE - seCondary raw materIals foR a cirCular Economy in buildings, mira a sviluppare e utilizzare Materiali Avanzati (KET 5) per una industria sostenibile volta al riutilizzo di materie prime seconde. CIRCE è una iniziativa di eco-innovazione e di economia circolare con forte impatto sullo sviluppo di Città e Territori Sostenibili nel settore delle costruzioni e, specificamente, in quello dell’edilizia. In particolare il progetto vuole sviluppare in Puglia una nuova filiera industriale nel settore edile raggiungendo il duplice obiettivo di:

  • sostenibilità, in quanto verranno riutilizzati materiali di scarto che attualmente costituiscono un rilevante problema di impatto ambientale, valorizzandoli come materie prime per la realizzazione di prodotti per l’edilizia;
  • innovazione tecnologica, in quanto i prodotti sviluppati avranno prestazioni più elevate rispetto a prodotti analoghi attualmente in commercio ed ottenuti con materie prime e processi tradizionali.

I prodotti e componenti per l’edilizia sostenibile sviluppati nell’ambito del progetto CIRCE saranno privi di cemento (cement free) di origine inorganica ed idraulica. Stress si occuperà in particolare della valutazione della sostenibilità dei prodotti sviluppati.

 

Durata: 18 mesi  (Inizio: 1/1/2018)

 

Partners

Capofila: SIPRE,
Concrete, ITEMS, MULE, STRESS, Tecnoprove, CETMA, CNR-Consiglio Nazionale delle Ricerche, UNISALENTO-Università del Salento

StampaEmail

CrOSSBOW - Smart COmmunitieS and Social challenges – a Bridge Over the World

CrOSSBOW

  Smart COmmunitieS and Social challenges – a Bridge Over the World

 POR Campania FERS 2007-2013

 

 

               

progetto-crossbow.it

Per STRESS, proporsi quale elemento qualificante per una filiera complessa come quella delle costruzioni significa agire in sinergia con i principali stakeholders presenti sul territorio e proiettare le proprie iniziative, da una scala regionale ad una nazionale ed internazionale. Per questo la Società ha cercato sempre di porsi al centro di un network composto da Università, centri di ricerca, imprese e associazioni di categoria con l’obiettivo di mettere in campo attività operative atte a facilitare quei processi di diffusione delle tecnologie sviluppate nei progetti di ricerca e di creazione di nuove opportunità.

Attraverso il progetto “CrOSSBOW” il Distretto STRESS si è prefissato quindi l’obiettivo strategico di potenziare gli strumenti di dialogo permanente e di cooperazione con operatori scientifici e produttivi presenti sul territorio estero, soprattutto extra-europeo.

Con il progetto CrOSSBOW è stata infatti colta l'opportunità, supportata dalla Regione Campania, di delineare quelle traiettorie tecnologiche, “dei ponti”, necessari a guardare oltre confine e oltre la congiuntura nazionale per esportare l'innovazione tecnologica prodotta e, al contempo, individuare dei benchmark cui far riferimento per indirizzare le nuove linee di ricerca mutuando le esperienze che potranno provenire, favorendo azioni di incoming, da processi di cross-pollination.

Nella definizione della scientific research agenda, obiettivo di CrOSSBOW, STRESS è stata affiancata dalla STS e dalla Deloitte Consulting che hanno contribuito a delineare mappe strategiche e individuare i paesi target in cui poter esportare quell’innovazione che il mondo della ricerca ha prodotto in questi anni e che il mondo imprenditoriale ritiene pronta per una fase di “industrializzazione”.

 

Il foresight tecnologico è uno strumento a supporto della formulazione strategica di politiche di medio-lungo termine in campo scientifico, tecnologico e innovativo. In estrema sintesi, può essere definito come la scienza che aiuta a immaginare il futuro – evidenziando una rosa di futuri possibili - e a prepararsi ad affrontarlo. Si tratta dell’esercizio collettivo di una comunità nella costruzione di una visione del futuro al fine di orientare le scelte strategiche per il proprio riposizionamento come quello di nazioni, regioni o singole imprese nel panorama mondiale. In particolare, in campo tecnologico la possibilità di prevedere lo sviluppo, sia in termini di capacità evolutive della ricerca, sia in termini di aumento dei bisogni, ha notevoli risvolti economici e sociali.

Le finalità di uno studio di Foresight Tecnologico possono essere molteplici, tra le più rilevanti, che hanno caratterizzato lo studio qui presentato, elenchiamo:

- Definire le priorità di ricerca e sviluppo sulle quali incentrare le attività del Distretto e le nuove aree tecnologiche sulle quali applicarsi.

- Individuazione delle variabili e delle metriche per seguire l’evoluzione delle tecnologie e monitorare le alternative nel tempo e quindi identificare le direzioni di sviluppo più promettenti di alcune tecnologie specifiche.

- Definire il posizionamento competitivo del distretto in termini di produzione tecnologica.

Di seguito viene proposta una panoramica riassuntiva delle principali attività svolte nell’ambito del foresight tecnologico suddivise per i tre livelli di analisi che contraddistinguono il Report di internazionalizzazione.

 

Tramite l’analisi dei questionari e i dati ricavati dalle interviste dirette ai consorziati si sono definiti i quattro maggiori ambiti di attività del Distretto STRESS.

 

 All’interno di ogni campo di attività sono identificate le tecnologie maggiormente sviluppate dai consorziati di STRESS.

 

Attraverso l’incrocio dell’offerta tecnologica (technology push) del Distretto e della domanda tecnologica (demand pull) dei Paesi identificati come target si è ottenuto il posizionamento competitivo del Distretto per ognuno di campi di attività.

 

A partire dall’offerta tecnologica e dalla propensione dei consorziati risultante dall’analisi dei questionari e delle interviste dirette, si sono identificati gli ambiti di maggiore potenzialità innovativa per il Distretto.

 

Le strategie di entrata nei mercati esteri ruotano intorno ad una serie di elementi chiave che caratterizzano l’impresa. Innanzitutto, la scelta della strategia da adottare dipenderà in larga misura dalla specificità del business dell’impresa stessa, nonché dalle caratteristiche del segmento di mercato nel quale opera. Ciò, inoltre, sarà strettamente connesso anche con alcuni fattori contingenti l’impresa, quali il livello di tecnologie e know-how posseduto, i vantaggi dimensionali capaci di acquisire e la natura del suo processo produttivo. Nella definizione della strategia di internazionalizzazione, l’impresa dovrà poi, tener conto delle peculiarità dei suoi clienti attuali e di quelli potenziali, delle caratteristiche dei canali di distribuzione dei paesi nei quali intende internazionalizzarsi, nonché della sua capacità di coordinamento tra le varie attività produttive lungo l’area geografica oggetto della sua attività. Oltre agli elementi sopra descritti, possono essere oggetto dell’analisi di internazionalizzazione anche altri fattori, utili per tracciare le possibili strategie di entrata nei mercati esteri. Tra questi, quelli che l’impresa dovrà maggiormente considerare riguardano la scelta se implementare la strategia autonomamente o in collaborazione con terzi, il livello di coinvolgimento che vuole assumere e i costi che è in grado di sostenere. Ciò, a sua volta, sarà strettamente connesso con tutti quei fattori caratterizzanti l’azienda, quali la struttura economico-finanziaria, l’assetto organizzativo e tecnico, nonché quello dimensionale.

La prima strategia di internazionalizzazione che deve essere analizzata è l’esportazione, anche se non riflette una vera e propria internazionalizzazione dell’azienda. Con l’esportazione, infatti, l’impresa non ha alcuna unità produttiva nei mercati nei quali opera. L’impresa può esportare all’estero i suoi prodotti attraverso due distinte metodologie: indiretta o diretta.

Il licensing, ovvero il cedere ad un’altra impresa il diritto di produrre i prodotti/servizi conformi ai propri dietro il pagamento di un corrispettivo fisso o variabile rappresenta una strategia di internazionalizzazione indiretta in quanto non necessariamente, per implementarla, l’impresa deve entrare in contatto con il mercato. Nonostante ciò, il licensing può essere, comunque, considerato una strategia di internazionalizzazione, poiché permette all’impresa licenziante di incominciare ad acquisire alcune informazioni di base sui mercati nei quali in futuro potrebbe incominciare ad operare direttamente.

A tale categoria appartengono diverse forme di strategie, di cui i consorzi sono le forme più rappresentative, soprattutto nelle regioni settentrionali dell’Italia. la partecipazione ad un consorzio per l’esportazione si presenta particolarmente interessante per quelle imprese che si affacciano per la prima volta sui mercati esteri, o che, comunque, non intendono stabilirvisi per lunghi periodi.

Con questo tipo di accordo, l’impresa interessata ad affermarsi in un certo Paese estero (Franchisor) concede a uno o più franchisee locali (affiliati) l’utilizzazione della propria formula organizzativa e commerciale, compreso il diritto di avvalersi del suo know-how, del suo marchio e delle sue insegne, nonché la possibilità di essere beneficiario di altre prestazioni e forme di assistenza volte a consentire che la gestione dell’affiliato avvenga nel modo più coerente possibile con l’immagine e con gli obiettivi strategici dell’affiliante.

Tale modalità esprime l’accordo per effetto del quale il produttore o distributore locale offre a un produttore o distributore estero i servizi della propria organizzazione distributiva. Tale accordo prevede due controparti: cioè l’impresa industriale di maggiori dimensioni (il carrier), già presente nel mercato estero, che si incarica della distribuzione, e l’impresa che vuole entrare nel mercato estero. L’impresa che si incarica della distribuzione nel mercato estero può scegliere il prodotto in modo che esso svolga una funzione di integrazione della gamma da essa offerta evitando problemi di sovrapposizione da prodotto. Questo accordo può risultare vantaggioso Qualora il sistema distributivo del mercato in cui si vuole entrare sia difficilmente accessibile; tuttavia il contatto con il cliente estero è solo indiretto poiché mediato dal carrier sulle cui politiche commerciali spesso il rider non può esercitare alcuna influenza.

La costituzione di una joint-venture rappresenta la strategia di internazionalizzazione che maggiormente si avvicina alla forma più estrema degli investimenti diretti. È la tipica strategia che le imprese scelgono di implementare quando il loro obiettivo è avere una stabile presenza sui mercati esteri, oppure quando la costituzione di una joint-venture rappresenta l’unica via per superare le barriere di entrata in un dato mercato. Sebbene le tipologie di joint-venture variano a seconda delle normative dei singoli paesi, in linea generale, le principali forme possono essere considerate:

  • Le Equity joint-venture (Ejv),

  • Le Contractual joint-venture (Cjv),

  • Le Wholly Foreign-Owned Enterprise (Wfoe)

Tale è la strategia nella quale l’impresa che si internazionalizza costituisce una propria base produttiva/commerciale nei mercati nei quali intende espandersi. La costituzione di proprie filiali all’estero può essere condotta attraverso la costituzione ex novo di unità produttive, o mediante l’acquisizione di imprese già operanti sul mercato. Dal punto di vista degli obiettivi che tale strategia si prefigge di raggiungere, di norma la costituzione di filiali all’estero rappresenta la forma più stabile e coinvolgente dell’internazionalizzazione. Infatti, le imprese che decidono di presidiare direttamente i mercati esteri sono principalmente quelle imprese che si pongono obiettivi di medio-lungo termine. Inoltre, una tale strategia garantisce nel tempo il raggiungimento di una solida conoscenza dei mercati esteri, nonché lo sviluppo di un adeguato know-how che caratterizza l’intero processo di internazionalizzazione.

StampaEmail